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Questa immagine rappresenta lo "stampo", la madre della evocazione della pace che, come se fosse persino una maledizione, stenta a pronunciarsi, a rappresentarsi e a risolversi nella sua forma ideale di civile convivenza tra popoli.
Mai come in questo momento attuale, attualissimo, addirittura quotidiano, è necessaria anche la forza degli artisti, di coloro che hanno la necessità interiore di operare una sintesi brutale dell’oscuro scenario attuale, del presente, dell'immediato, senza che essa venga indebolita da scritti o argomenti verbali effimeramente trattati dai media nostrani e non, inutili, traballanti e condizionati da timori egoistici e moralmente ingiustificati di una presunta salvaguardia dei propri assetti economico e sociali.
Questi timori ostentati ora per ora, hanno un sentore flaccido e connivente rispetto a una posizione netta e convinta sui valori di fratellanza e concordia. No, nessun tentennamento per una volta! A fronte del solito dialogo tra sordi, a fronte di false giustificazioni storicamente inesistenti, la stessa storia purtroppo ci insegna che più volte l'indugiare, il tergiversare di fronte a invasioni territoriali di stati sovrani, di fronte a massacri e genocidi per il "mantenimento" dello status quo del proprio orticello - facendo prevalere le questioni di cui ho parlato prima - ha sempre aggravato le situazioni rendendole, se possibile, ancora più feroci e incancrenite, allontanando qualsiasi loro giusta, equa e duratura risoluzione.
E dunque alla presenza di continue manifestazioni di impotenza delle persone coinvolte loro malgrado, rispetto ad accadimenti giganteschi e soverchianti e quasi sempre senza una giustificazione reale, qual è un modo che possa far pensare a una reazione di sdegno, di denuncia, se non quello di scioccare il sistema che è dominato dallo stantio - ma irrimediabilmente in crescita - binomio denaro-potere, in nome del quale i trattati, le costituzioni, le leggi, l'etica, la morale, il buon senso, l'amare e l'amore diventano categorie rafferme, ininfluenti e depotenziate?
Quale migliore risposta visiva, concreta e pubblica di un grandioso "vaffa fallico", nella sua erezione, turgido e imperioso? Un immagine potente ed esplosiva fatta col pensiero e la ragione, un richiamo "violento" di pace e fratellanza. Complimenti Giorgio Cornelio.
C'è una buona dose di cosmogonia fallica in questa intelligente opera che ci presenti.
Hai ben espresso secondo me il pensiero di Lacan in merito al fallo che considerava il significante di un insieme di effetti di significato.
monoliti narranti e.f.f.r.a.z.i.o.n.i. esogene/endogene
forse anche la sofisticazione di un credo.
quale torma di fabbri fonderà dopo le esequie tutto quel ferro?
mi piace molto lo studio
complimenti.
ciao Giorgio.
paola
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Mario Aliberti 27. Februar 2022, 23:11
SELEZIONATA PER "FRONTE/RETRO"https://www.fotocommunity.it/temi/fronteretro/21246
Questa immagine rappresenta lo "stampo", la madre della evocazione della pace che, come se fosse persino una maledizione, stenta a pronunciarsi, a rappresentarsi e a risolversi nella sua forma ideale di civile convivenza tra popoli.
Mai come in questo momento attuale, attualissimo, addirittura quotidiano, è necessaria anche la forza degli artisti, di coloro che hanno la necessità interiore di operare una sintesi brutale dell’oscuro scenario attuale, del presente, dell'immediato, senza che essa venga indebolita da scritti o argomenti verbali effimeramente trattati dai media nostrani e non, inutili, traballanti e condizionati da timori egoistici e moralmente ingiustificati di una presunta salvaguardia dei propri assetti economico e sociali.
Questi timori ostentati ora per ora, hanno un sentore flaccido e connivente rispetto a una posizione netta e convinta sui valori di fratellanza e concordia. No, nessun tentennamento per una volta! A fronte del solito dialogo tra sordi, a fronte di false giustificazioni storicamente inesistenti, la stessa storia purtroppo ci insegna che più volte l'indugiare, il tergiversare di fronte a invasioni territoriali di stati sovrani, di fronte a massacri e genocidi per il "mantenimento" dello status quo del proprio orticello - facendo prevalere le questioni di cui ho parlato prima - ha sempre aggravato le situazioni rendendole, se possibile, ancora più feroci e incancrenite, allontanando qualsiasi loro giusta, equa e duratura risoluzione.
E dunque alla presenza di continue manifestazioni di impotenza delle persone coinvolte loro malgrado, rispetto ad accadimenti giganteschi e soverchianti e quasi sempre senza una giustificazione reale, qual è un modo che possa far pensare a una reazione di sdegno, di denuncia, se non quello di scioccare il sistema che è dominato dallo stantio - ma irrimediabilmente in crescita - binomio denaro-potere, in nome del quale i trattati, le costituzioni, le leggi, l'etica, la morale, il buon senso, l'amare e l'amore diventano categorie rafferme, ininfluenti e depotenziate?
Quale migliore risposta visiva, concreta e pubblica di un grandioso "vaffa fallico", nella sua erezione, turgido e imperioso? Un immagine potente ed esplosiva fatta col pensiero e la ragione, un richiamo "violento" di pace e fratellanza. Complimenti Giorgio Cornelio.
RUFFINI SILVANO 10. Dezember 2014, 15:45
le tue immagini non sono facili.....................!!fanno pensare.................!!
ed è questo che le rende bellissime ..............!!
ciao e complimenti ...............................!!
ann mari cris aschieri 5. Dezember 2014, 14:41
Maschio, farai ogni cosa a tua immagine e somiglianzacristian volpara 29. November 2014, 13:21
C'è una buona dose di cosmogonia fallica in questa intelligente opera che ci presenti.Hai ben espresso secondo me il pensiero di Lacan in merito al fallo che considerava il significante di un insieme di effetti di significato.
yªmpo 28. November 2014, 23:19
No.Los vivos siempre tenemos la posibilidad de renacer.
alberto16-menuder 28. November 2014, 19:48
un bel lavoro-bravonevedicarne di cara polvere 28. November 2014, 19:45
monoliti narranti e.f.f.r.a.z.i.o.n.i. esogene/endogeneforse anche la sofisticazione di un credo.
quale torma di fabbri fonderà dopo le esequie tutto quel ferro?
mi piace molto lo studio
complimenti.
ciao Giorgio.
paola