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Una volta Jean Cocteau, portabandiera del sentimento anticonformista della sua epoca, scrisse: “Lo stile è un modo semplice per dire cose complicate.”
Questo ritratto di giovane newyorkese sembra incarnare perfettamente la figura del gentleman, distinto e di buone maniere, e io l’ho immediatamente associato al “Legal Alien “ cantato da Sting in una delle sue più famose canzoni: https://youtu.be/s_IMFIOGCFc
E’ proprio in coincidenza con i momenti storici in cui le classi sociali sembrano livellarsi e le “élites” appaiono inadeguate a rappresentare il ruolo che ricoprono, che la figura del dandy emerge.
La sua morale s’incarna nell’eleganza, ma non tanto quella dell’abito: principalmente quella del portamento.
Egli si distacca dalla banalità tipica della società omologata, sfruttando lo spazio di gioco lasciato dalle regole.
Dal punto di vista psicologico il dandy è un’oasi di individualismo e indipendenza morale.
Compie scelte estrose ma senza mai scivolare nell’eccesso o nel cattivo gusto.
Il suo abbigliamento non è per forza costoso, firmato e fashion: s’identifica piuttosto in un “bel malvestito”.
Si distingue perché volta le spalle alla tendenza dominante, optando per citazioni e richiami al passato che alludono a un mondo scomparso ma non dimenticato (ad es. Oscar Wilde, dandy per antonomasia, girava munito del suo immancabile bastone da passeggio, in omaggio a quello celebre di Balzac).
Facendo scelte per se stesso e non per gli altri, il vero dandy però è anche solo. Vuole piacersi ed essere riconosciuto da occhi esperti come il suo, ben sapendo che tutti, persino nelle opere d’arte, vedono e riconoscono solo quello che sono in grado di vedere e riconoscere di se stessi.
Non gli interessa quindi l’abbraccio banalizzante delle tendenze e del gusto in corso. Di più, sapendo bene che la sua originalità verrà presto (maldestramente) scopiazzata, per difendere la propria originalità si sposterà di continuo su scelte nuove, in una sorta di nomadismo stilistico che rifiuti l’appiattimento e la subordinazione alle mode.
Grazie
Grazie infinite Ann Mari e grazie allo staff. Come scritto nella mio profilo , sono approdato alla fotografia in tarda età e purtroppo ho lasciato gli studi giovanissimo per dedicarmi al lavoro. La mia curiosità mi spinge a fotografare quello che mi piace. Con la serie di foto che ho scattato a New York , non avevo la consapevolezza di quanto tu hai scritto, ho solo ritratto persone con la quale sono riuscito ad interagire e mettere in posa . Mi piace molto quello che hai scritto , le tue parole contengono tanti spunti da approfondire. Un abbraccio
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ann mari cris aschieri 14. Dezember 2018, 17:27
SELEZIONATA PER L’ARCHIVIO DELLE MUSEhttp://www.fotocommunity.it/temi/archivio-delle-muse/20562
Una volta Jean Cocteau, portabandiera del sentimento anticonformista della sua epoca, scrisse: “Lo stile è un modo semplice per dire cose complicate.”
Questo ritratto di giovane newyorkese sembra incarnare perfettamente la figura del gentleman, distinto e di buone maniere, e io l’ho immediatamente associato al “Legal Alien “ cantato da Sting in una delle sue più famose canzoni: https://youtu.be/s_IMFIOGCFc
E’ proprio in coincidenza con i momenti storici in cui le classi sociali sembrano livellarsi e le “élites” appaiono inadeguate a rappresentare il ruolo che ricoprono, che la figura del dandy emerge.
La sua morale s’incarna nell’eleganza, ma non tanto quella dell’abito: principalmente quella del portamento.
Egli si distacca dalla banalità tipica della società omologata, sfruttando lo spazio di gioco lasciato dalle regole.
Dal punto di vista psicologico il dandy è un’oasi di individualismo e indipendenza morale.
Compie scelte estrose ma senza mai scivolare nell’eccesso o nel cattivo gusto.
Il suo abbigliamento non è per forza costoso, firmato e fashion: s’identifica piuttosto in un “bel malvestito”.
Si distingue perché volta le spalle alla tendenza dominante, optando per citazioni e richiami al passato che alludono a un mondo scomparso ma non dimenticato (ad es. Oscar Wilde, dandy per antonomasia, girava munito del suo immancabile bastone da passeggio, in omaggio a quello celebre di Balzac).
Facendo scelte per se stesso e non per gli altri, il vero dandy però è anche solo. Vuole piacersi ed essere riconosciuto da occhi esperti come il suo, ben sapendo che tutti, persino nelle opere d’arte, vedono e riconoscono solo quello che sono in grado di vedere e riconoscere di se stessi.
Non gli interessa quindi l’abbraccio banalizzante delle tendenze e del gusto in corso. Di più, sapendo bene che la sua originalità verrà presto (maldestramente) scopiazzata, per difendere la propria originalità si sposterà di continuo su scelte nuove, in una sorta di nomadismo stilistico che rifiuti l’appiattimento e la subordinazione alle mode.
Grazie
fabrizio bertini 27. Oktober 2018, 7:11
complimenti molto bella++++++ciao fabrizio
ann mari cris aschieri 24. Oktober 2018, 16:16
Un simpatico genteman