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C'è tutto, non manca niente. La casa rovesciata che fa da cappello a quella graziosa fettina di cielo, dove le nuvole sono accorse a mettersi in mostra. "Oh, c'è poco spazio" - pare che esse dicano sgomitando - "dai, dai, fatti da parte e lascia che mi affacci anch'io su quella bella strada di Firenze. L'azzurro stupendo dei cieli toscani sta incalzando ai lati, forse preoccupato che qualcuno si sia di lui scordato... E come potremmo dimenticare i tersi toschi cieli dai blu folti, non certo noi lombardi che siamo nel grigio plumbeo avvolti. E poi c'è il palazzo imponente a due gusti, cremino chiaro sopra, cioccolato sotto, largo come un bastione a difesa del mondo intero, o come imponente prora di vascello. Oh che bello, oh che bello, c'è anche il grattacielo mio preferito che è qui giunto da New York, con un po' di fiatone, e infatti s'è un poco afflosciato, forse stanco per avere l'oceano a nuoto attraversato. È il Flatiron Building, con quella sua curiosa forma triangolare, unico nel suo genere. L'hanno chiamato "Ferro da stiro" ed è lì che si pavoneggia dal 1902. Il lotto di terreno su cui venne costruito era triangolare e l'architetto di Chicago Daniel Burmham, essendo forestiero, pensò che a New York le case avessero quella curiosa forma. Lì si invaghi di una bella camiciaia, che stirava night and day colletti di camicie. Colmo d'amore le disse: "Fo' per te un grattacielo che ti rappresenti." Così proclamando aveva gli occhi ardenti. Lei pensò: "Fare la camiciaia tutta la vita non mi garba." Lo salutò e cambiò targa. Fu vista salire sull'auto di rappresentanza di un rappresentante di stuzzicadenti. Partirono e nessun sa se poi vissero contenti. Quello che sappiamo è che triste rimase il Flatiron Building, e il rotondo orologio antico issato a lui davanti segna sempre la stessa ora, quella dove si conobbero e si lasciarono due amanti, lui un architetto e lei una camiciaia, che più che all’amore mirava a una bella pensione Enasarco per la vecchiaia. E la cupola di Firenze è li che sbircia in sordina, recita la sua giusta parte in una bella cartolina. Ciao, Geo
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Carla Nunziata 4. Mai 2010, 14:17
Molto originaleCarla Paci 30. November 2009, 7:47
GRANDEEEEEEEEEEEEEEEEEAntonio Silenzi 22. November 2009, 16:03
E bravo l'uomo dei riflessi...Complimenti. SAluti. AntonioSempreGio 22. November 2009, 8:15
Mi piace molto molto, i riflessi sono bellissimi e poi ci sei anche tu eh eh ehun abbraccio Gio
Geo Portaluppi 20. November 2009, 20:12
C'è tutto, non manca niente. La casa rovesciata che fa da cappello a quella graziosa fettina di cielo, dove le nuvole sono accorse a mettersi in mostra. "Oh, c'è poco spazio" - pare che esse dicano sgomitando - "dai, dai, fatti da parte e lascia che mi affacci anch'io su quella bella strada di Firenze. L'azzurro stupendo dei cieli toscani sta incalzando ai lati, forse preoccupato che qualcuno si sia di lui scordato... E come potremmo dimenticare i tersi toschi cieli dai blu folti, non certo noi lombardi che siamo nel grigio plumbeo avvolti. E poi c'è il palazzo imponente a due gusti, cremino chiaro sopra, cioccolato sotto, largo come un bastione a difesa del mondo intero, o come imponente prora di vascello. Oh che bello, oh che bello, c'è anche il grattacielo mio preferito che è qui giunto da New York, con un po' di fiatone, e infatti s'è un poco afflosciato, forse stanco per avere l'oceano a nuoto attraversato. È il Flatiron Building, con quella sua curiosa forma triangolare, unico nel suo genere. L'hanno chiamato "Ferro da stiro" ed è lì che si pavoneggia dal 1902. Il lotto di terreno su cui venne costruito era triangolare e l'architetto di Chicago Daniel Burmham, essendo forestiero, pensò che a New York le case avessero quella curiosa forma. Lì si invaghi di una bella camiciaia, che stirava night and day colletti di camicie. Colmo d'amore le disse: "Fo' per te un grattacielo che ti rappresenti." Così proclamando aveva gli occhi ardenti. Lei pensò: "Fare la camiciaia tutta la vita non mi garba." Lo salutò e cambiò targa. Fu vista salire sull'auto di rappresentanza di un rappresentante di stuzzicadenti. Partirono e nessun sa se poi vissero contenti. Quello che sappiamo è che triste rimase il Flatiron Building, e il rotondo orologio antico issato a lui davanti segna sempre la stessa ora, quella dove si conobbero e si lasciarono due amanti, lui un architetto e lei una camiciaia, che più che all’amore mirava a una bella pensione Enasarco per la vecchiaia. E la cupola di Firenze è li che sbircia in sordina, recita la sua giusta parte in una bella cartolina. Ciao, GeoGuglielmo Rispoli 19. November 2009, 8:48
Molto molto particolareciao Guglielmo
Alberto Valente 19. November 2009, 0:42
evvai CarlinoVitória Castelo Santos 18. November 2009, 1:05
Bravo Carlo, favoloso scatto!ciao e grazie Vitoria
Alvaro Monnetti 17. November 2009, 18:31
La tua passione Carlo !! Complimentiperchè la sfrutti molto bene.
Bravissimo.
Alvaro
francesca ficara 17. November 2009, 0:27
...anche il fotografo è magico... maestro dei particolari... grande Carlo!Serena notte, francesca
biagio donati 17. November 2009, 0:07
ciao Carlo....se è magico non voglio perdermelo...
vuoi vedere che sotto ci troviamo un'altro Aladino che ci fa fare grandi foto....
:-)))))
Marco Bembo 16. November 2009, 17:39
Delizia! bravo Carlo! Ciao. MBClaudio Morselli 16. November 2009, 17:09
Bello sia il riflesso che la scena che gli sta' attorno.Complimenti !
Antonio Morri 16. November 2009, 15:13
Ecco trovato il sostituto del grandangolo! :-))Molto bella!
maria teresa mosna 16. November 2009, 10:06
...e vai con i riflessi... ciao, Mt