Raccontami una fiaba
Ore 19,30 del 21 agosto 1962:
la storia di interrompe ad Apice.
Due scosse di terremoto di magnitudo 6 fanno
tremare il Sannio e l'Irpinia, uccidendo 17
persone.
Apice non venne distrutto ma ne fu ordinato
l'evacuazione dal Ministero dei Lavori Pubblici.
6500 persone abbandonarono le loro case.
Oggi ad Apice si respira il silenzio di quaranta
anni trascorsi senza alcuna trasformazione, tutto
congelato.
La desolazione dirige la scena oltre ogni angolo,
ma addentrando lo sguardo negli edifici in rovina
cresce un sentimento di rispetto per ciò che è
stato e per un paesaggio di rara bellezza.
Un luogo abbandonato escluso dalla moderna
concezione dell'aggregazione urbana, dove tutto
era a misura di individuo, dove le case erano al
più 2 piani.
Apice insegna ancora una volta ai miei occhi che
la memoria del passato non si deve mai smarrire
per imparare a ricostruire partendo dalle macerie.
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Diego Menna
Laura Daddabbo 6. Dezember 2013, 20:13
me la porto con me...preferita!!ciao, laura
Serena Libutti 26. März 2013, 20:27
++nicoletta guerzoni 10. Februar 2013, 20:10
Grazie per il tuo commento. Questa foto mi piace, le si attribuisce anche un significato spirituale. Ciao, Nicoletta.mariagiovanna 1. Februar 2013, 23:38
bella l'immagine, ben composta e bello il senso che hai voluto darle. Complimenti per entrambimarisa marcellini 5. Januar 2013, 15:47
Una bella riflessione per una foto piena di fascino. Complimenti per la tua interessante galleria, ciaoAnna Boeri 5. Januar 2013, 11:26
Una foto molto bella che rende omaggio alla memoria e che lascia un messaggio sul presente.Grazie per questa testimonianza
Anna