La Fabbrica di Scogli
A Pesaro finalmente si amplia il porto:
E' cominciata così: hanno recintato un grandissimo piazzale e l' hanno cominciato a riempire di fabbricati, sabbia, cemento ed attrezzature varie...
Poi hanno costruito una rampa, a destra della foto, su cui salgono delle grosse betoniere che a loro volta, come fanno i bambini nelle spiaggie vicine, versano cemento (le betoniere, non i bambini) negli stampi a sinistra, che sono alti non meno di due metri e mezzo da cui usciranno delle "stellone" che poggiano su tre punte ed hanno la quarta verticale...
Capito?... No, vero, ma prossimamente ne fotograferò qualcuno.
http://www.youtube.com/watch?v=pGv2JbIpy24
roby burchi 15. Oktober 2009, 17:24
Bella ed interessante! Una sottile, ma nemmeno tanto, allegoria alle moderne tecnologie genetiche che, chissà, in un futuro prossimo, riusciranno davvero a "fabbricare" intere scogliere! Bravo Gigi, anche la parte tecnica è molto curata!un abbraccio!
roby
Geo Portaluppi 5. Oktober 2009, 0:43
Si leva il sipario sul primo atto ed ecco apparire una ruga nel vespertino paesaggio marino. È quell’accidentato camminamento dei dinosauri, che orme immani lasciarono del loro passaggio, vestigia caratterizzate da impronte con tre artigli che profondamente incisero il suolo, scavando il terreno e imprimendo tre fori nella terra, al pari dei segni che disegnano le tre gambe di questi moderni giganti, chiamati frangiflutti, mentre tanti altri dicono che son stelloni giacché hanno, parimenti alle stelle, dei bracci, ma questi pilastri in cemento hanno solo quattro raggi, mentre le stelle del firmamento, nella iconografia natalizia, hanno cinque punte.Quindi giusto è dire frangiflutti, che dove li butti ristanno, con costrutto e senz’inganno, e sapientemente s’incastrano l’uno nell’altro, componendo uno scaltro mosaico a difesa del molo, sia lungo o sia corto, che a sua volta fa da riparo al porto.
Dinosauro parrebbe un nome faceto, ma qui ti dico in gran segreto, che “dino” significa terribile, tremendo, spaventoso, e sauro sta per lucertola. E invero furono dei lucertoloni, o meglio una sorta d’orripilante uccellaccio dall’ombroso caratteraccio, con denti aguzzi lunghi come sciabole, e poi aculei e corni un po’ dappertutto e per finire un grugno assai brutto. Tardi di cervello i brontosauri, che erano erbivori, mentre furbi come faine i predatori, su cui troneggiava il famigerato Tyrannosaurus Rex, al sol pensarlo mi viene da fare brrrr. E non è solo per il fatto che una loro zampa ha tre artigli più uno sperone vestigiale, disposizione numerica che li associa ai frangiflutti che anche loro hanno tre più uno bracci, e nemmeno perché la foto, mostrando i casseri, ormai tristi gusci vuoti, abbandonati al pari di ossa residuali di quei favolosi bestioni, come relitti di polverosi scheletri che testimoniano il loro ultimo viaggio, incanalati in un sentiero che serpeggia verso due altissime gru, le quali, al pari degli omonimi uccelli, si reggono su una gamba sola, mentre a destra infido fa capolino lo smisurato verde collo di un mostruoso serpente di mare, issato su un corpo squamoso fatto a barchetta. No, non sono solo tali associazioni visive a farmi tornare alla mente il ricordo di questi animali estinti, ma è l’intera soffusa atmosfera che suscita la foto a rinverdire la loro lunghissima esistenza, alla quale fo’ atto di riverenza. Camparono quasi duecento milioni d’anni, mentre noi, ominidi sapiens sapiens (mi piacerebbe sapere quel che asseriamo di sapere), abbiamo alle spalle solo poche migliaia d’anni. Pensiamo di saperla lunga ma la nostra storia è un soffio rispetto alla loro, a quella dei dinosauri, che oggi forse ancora sarebbero qui a calcare la sabbia del lido pesarese se un asteroide, grande come l’Everest, 65 milioni d’anni fa non avesse impattato la Terra facendo piazza pulita dei tre quarti di tutte le specie viventi.
I dinosauri meritano la nostra considerazione. Però non furono perfetti. Allo stesso modo di Cesare Polacco che mai usò la brillantina Linetti, anche loro commesso hanno un errore: non si sono mai fatti una foto. Ahimè, grave lacuna! Porvi rimedio più alcuno puote: di loro poco o nulla conosciamo, sebbene fossero possenti e in bocca avessero fino a mille denti.
Per contro, di questo ampliamento portuale, possibile è fornire puntuale documentazione. Quest’opra non credo sia cosa consueta e ancor più non può esaurirsi in una sola fiata, varie fasi ha questo port…entoso accadimento. Se io fossi lì, in riva al mare pesarese, farei cento e più foto nell’arco di un mese, mostrerei come stavano le cose prima dell’inizio lavori, scatterei quando i frangiflutti irrompono tra le onde, immortalerei il capo mastro con in testa l’elmetto, riprodurrei i disegni e le mappe dell’erigendo progetto, e le gru nel loro dimenarsi mentre spostano grevi materiali facendoli volteggiare leggeri nell’aria dentro a gialli cassoni, e l’arrivo dei tir che con clangore giungono sollevando polveroni, e quell’omino munito di scalpellino intento al picchiettio suo, e il rancio nei gavettoni consumato dalla squadra di turno a cavalcioni dei casseri, e i passeri che saltellano sulle betoniere, il travaglio diurno e la fatica nell’imbrunire delle sere, insomma, con pochi vocaboli saggi ti dico che documenterei tutto quello che accade nei paraggi del lido di Pesaro, fino all’esultanza finale del termine lavori nel cantiere che un dì nacque, srotolò la sua vita gorgogliante sotto ai tuoi occhi di fotografo esperto, e un giorno dopo il saluto dell’ultimo vigilante diverrà luogo deserto e poscia sito morto, per lasciare posto al novello porto.
Una macchina fotografica tu hai: appostati e usala! L’idea che hai avuto è eccellente. Hai conteggiato meno consensi di quelli che ti aspettavi? Questa è la comprova che sei nel giusto, amico mio. Ricorda, la fama imperitura è soltanto postuma. Ma questa volta siamo fortunati: se il vaticinio del futuro è certo, aspettar dovremo solo fino al 21 dicembre 2012 per porre in capo il serto d’alloro, ovviamente maltempo permettendo, altrimenti ci sarà un piccolo ulteriore rinvio.
Gaetano Ficara 25. September 2009, 8:11
Interessante questo resoconto...La firma sul cassone poi è una chicca :-)
Ciao,
Gae
lolita cecilia 24. September 2009, 20:03
Muy buena y original toma......preciosos colores....la luz bellísima.......muy buena edición.....Un abrazo
Lola
Yiannis Logiotatides 24. September 2009, 14:04
Bellissima!. Il tuo logo e veramente grande! Complimenti caro Gigi.Saluti a tutti voi.
Yiannis
Segura Carmona 24. September 2009, 13:41
Ya....ya,,, se lo que es son moldes para hacer bloques de Mar,.,,saludos Luigi,Manuela Rosenberger 24. September 2009, 9:51
la tua firma li, foooorte! un bacione,grazie di essere venuti a trovarci.Manuagnese52 23. September 2009, 22:36
questa è una chiccaMassimo Salvia 23. September 2009, 21:53
Oggi sono venuto a darti la caccia al porto, visto che molte tue foto sono state scattate lì.Non ti ho trovato...... ma devo dire alla Lucia che Gigi, la firma su quel coso, l'ha fatta per davvero!
Altro che PhotoShop!!!
;-)))))
Ciao Massimo.
L. Guarneri 22. September 2009, 23:48
geniale la firma là dietro!! avresti dovuto farla per davvero con una bomboletta spray! :-)Falko Follert FF77 22. September 2009, 20:32
Starkes Bild !!!Ciao Falko
Roberto L. 22. September 2009, 18:46
Adoro le foto sul lavoro umano, e se poi c'è da imparare qualcosa, come in questo caso, applauso! Come se non bastasse è proprio bella..Roby
BRIGO MIRKO 22. September 2009, 17:13
caspita! preferisco quelli "naturali"un salutone
Pia Musci 22. September 2009, 16:45
foto-documento molto interessante!ti hanno fatto entrare?
con simpatia
ciao
pia
Mulazzani Anna Maria 22. September 2009, 10:44
Interessantissima!!!