il buio, i passi, la luna 8 Foto & Bild | notturni, serie, temi Bilder auf fotocommunity
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La poesia dopo il fragore: quella dei margini, quella dei solitari, quella della notte, quella del pensiero (!!!)...spargi riflessione e sapiente bellezza. Colgo a piene mani il tuo fiume di emozioni.
Angelo
Indossare una maschera per non essere riconosciuti e poter essere liberi dalle strettoie delle convenzioni sociali: questo è certamente il lato palese del carnevale, ma ce ne potrebbe essere un altro, un lato oscuro: la maschera come mezzo per esternare le ataviche paure dell’uomo nel tentativo di esorcizzarle. Ed è proprio il lato oscuro che appare – in diversi modi e in diverse forme – da queste immagini, quasi per rivelare un’altra verità, quella nascosta dietro una maschera.
Uno dei travestimenti più comuni nel Carnevale antico, soprattutto a partire dal XVIII secolo, rimasto in voga ed indossato anche nel Carnevale moderno, è sicuramente la Bauta. Questa figura, perfettamente ripresa nella tua immagine, e' prettamente veneziana e veniva indossata sia dagli uomini che dalle donne, è costituita da una particolare maschera bianca denominata larva sotto ad un tricorno nero e completata da un avvolgente mantello scuro chiamato tabarro. La bauta era utilizzata diffusamente durante il periodo del Carnevale, ma anche a teatro, in altre feste, negli incontri galanti ed ogni qualvolta si desiderasse la libertà di corteggiare od essere corteggiati, garantendosi reciprocamente il totale anonimato. Questa sensazione di segretazza ed anonimato pervede dalla tua immagine. Eccellente, Martina
Vista tutta la serie, ed ora parlo.
Ottimo il palcoscenico che Venezia ti ha prestato: un mondo estremo, assurdo, fondato sull'instabilità dell'acqua. Ottimi i personaggi carmevaleschi, le loro maschere che, impersonando, spersonalizzano.
Ma il "dramma" (nel senso stretto di "azione") che metti in scena con Venezia ed il Carnevale non c'entra nulla: io vedo l'uomo sospeso in un istante tra realtà e finzione nel quale l'inconscio parla a voce piena. Il contrasto tra Luce e Buio, potenti entrambi, tra svelarsi e celarsi è il Linguaggio.
Non so se ho letto giusto, ma anche se non c'entra nulla con il tuo pensiero, grazie per avermi raccontato tutto questo.
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Dragomir Vukovic 24. August 2011, 9:38
^^^Guglielmo Rispoli 16. April 2011, 19:10
bellissimaintima e interiore
mi piace
ciaoGug
Eduardo Castillo - EDUARDO 5 15. März 2011, 11:46
Bellezza e mistero insieme. Sembra un opera di strada. meravigliosa atmosfera tra le luci fantastico, la creazione di un cielo stesso. SaludosFrancesco Liberti 15. März 2011, 0:13
O---------------------KAmbra Menichini 14. März 2011, 17:38
.............inquietante............e le "tue" ammaliano di ombre................+++++++++
A & G
Angelo Berlendis 13. März 2011, 21:47
La poesia dopo il fragore: quella dei margini, quella dei solitari, quella della notte, quella del pensiero (!!!)...spargi riflessione e sapiente bellezza. Colgo a piene mani il tuo fiume di emozioni.Angelo
gino lombardi 13. März 2011, 20:31
Indossare una maschera per non essere riconosciuti e poter essere liberi dalle strettoie delle convenzioni sociali: questo è certamente il lato palese del carnevale, ma ce ne potrebbe essere un altro, un lato oscuro: la maschera come mezzo per esternare le ataviche paure dell’uomo nel tentativo di esorcizzarle. Ed è proprio il lato oscuro che appare – in diversi modi e in diverse forme – da queste immagini, quasi per rivelare un’altra verità, quella nascosta dietro una maschera.Gino
Paride Pierini 13. März 2011, 19:07
Scelgo questa dopo essermi gustato la serie.... interpretazione molto bella e originale !!!Martina Sandrini 13. März 2011, 18:16
Uno dei travestimenti più comuni nel Carnevale antico, soprattutto a partire dal XVIII secolo, rimasto in voga ed indossato anche nel Carnevale moderno, è sicuramente la Bauta. Questa figura, perfettamente ripresa nella tua immagine, e' prettamente veneziana e veniva indossata sia dagli uomini che dalle donne, è costituita da una particolare maschera bianca denominata larva sotto ad un tricorno nero e completata da un avvolgente mantello scuro chiamato tabarro. La bauta era utilizzata diffusamente durante il periodo del Carnevale, ma anche a teatro, in altre feste, negli incontri galanti ed ogni qualvolta si desiderasse la libertà di corteggiare od essere corteggiati, garantendosi reciprocamente il totale anonimato. Questa sensazione di segretazza ed anonimato pervede dalla tua immagine. Eccellente, MartinaRosalba Crosilla 13. März 2011, 17:38
Vista tutta la serie, ed ora parlo.Ottimo il palcoscenico che Venezia ti ha prestato: un mondo estremo, assurdo, fondato sull'instabilità dell'acqua. Ottimi i personaggi carmevaleschi, le loro maschere che, impersonando, spersonalizzano.
Ma il "dramma" (nel senso stretto di "azione") che metti in scena con Venezia ed il Carnevale non c'entra nulla: io vedo l'uomo sospeso in un istante tra realtà e finzione nel quale l'inconscio parla a voce piena. Il contrasto tra Luce e Buio, potenti entrambi, tra svelarsi e celarsi è il Linguaggio.
Non so se ho letto giusto, ma anche se non c'entra nulla con il tuo pensiero, grazie per avermi raccontato tutto questo.