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Gabriele Ferramola


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fontana paola

Acqua Paola
L’acquedotto, alimentato dall’Aqua Traiana, fu ricostruito nel 1605 per volere di papa Paolo V, ad opera di Giovanni Fontana e Carlo Maderno, per l’approvvigionamento idrico del Gianicolo e della sottostante area di Trastevere. Termina con la "Fontana (Mostra) dell’Acqua Paola" sul Gianicolo, realizzata nel 1611 poco distante dall’attuale Porta San Pancrazio.
Un prolungamento dell’acquedotto scendeva a valle e attraversava il Tevere, raggiungendo la riva sinistra fino all’inizio di via Giulia, dove, incorporato nell’”Ospizio dei Cento Preti”, alimentava l’omonimo fontanone. Con la demolizione dell’ospizio a seguito della costruzione dei muraglioni del Tevere, il “fontanone” venne smontato e reinstallato sulla riva destra, dove oggi si trova, in piazza Trilussa.
Così scarsi erano il valore e la qualità che il popolo riconosceva all’acqua Paola, da essere diventata proverbiale: di una medicina di nessun valore o effetto, ad esempio, si dice ancora che cura "come l’Acqua Paola".

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